rollos

Rollos

Dopo 4 anni da quando ho iniziato a lavorare come fisioterapista il Signore ha voluto che io partecipassi al Cursillo. Se dovessi racchiudere il mio quarto giorno in parole/sentimenti direi: gioia, amore, rispetto e perdono. Dal punto di vista lavorativo, da quando sono tornato, ho iniziato a pormi questa domanda: Cosa posso fare quando svolgo il mio lavoro? Sono a contatto con bambini, giovani, ma soprattutto anziani.. chi con patologie più gravi,chi meno. L’ammalato vive una condizione di sofferenza sia fisica che psicologica. Insomma ho capito che il Signore non mi ha dato questo lavoro soltanto per permettermi di avere uno stipendio ma mi ha voluto in questo posto perché è qui che devo essere uno strumento nelle Sue mani. Considero i miei pazienti il mio prossimo. Cerco di essere gentile, cerco di ascoltarli, di regalare un sorriso o un abbraccio. Questi potrebbero sembrare soltanto dei dettagli rispetto al trattamento che devo svolgere, ma invece sono gesti che mi fanno star bene, mi riempiono. Certo non è tutto così semplice, c’è il “dietro le quinte”, è difficile avere sempre la calma per trattare tutti con pazienza, soprattutto quando ti fanno pressione su più fronti, e questa pressione purtroppo inevitabilmente si è riversata sul mio stato d’animo. Mesi fa ci sono stati diversi avvenimenti che mi hanno provato personalmente, ostacoli compromessi o meglio tentazioni che mi hanno fatto soffrire: una discussione con un mio collega, l’ansia in quel periodo di espormi quotidianamente con il mio direttore sanitario, un’accusa da parte di un paziente. Non volevo più vedere nessuno, ero arrabbiato, deluso, amareggiato, ho avuto reazioni impulsive, ho discusso con delle persone, ho mancato di rispetto ad altre. Un periodaccio durato circa 4 mesi. Non sapevo come uscirmene, presentai anche la lettera di dimissioni.
Capii che dovevo fermarmi, dovevo contenermi e tornare sui miei passi. Ho superato questo momento grazie alla Preghiera, ho affidato e offerto questo periodo al Signore. Ho continuato a partecipare assiduamente all’Ultreya settimanale anche quando mi sentivo stanco e correvo tutto il giorno per le tante cose da fare,considero l’Ultreya la mia ricarica. E’ stato di mio grande aiuto il gruppo Studio della Parola, mi hanno saputo ascoltare, sopportare e supportare soprattutto con la Preghiera.
Misurandomi con queste piccole difficoltà, il Signore mi ha dato l’opportunità di imparare a mantenere la calma, di reagire non impulsivamente ma con razionalità nelle situazioni più diverse. Quindi Signore mio ti ringrazio, ti ringrazio per gli innumerevoli doni tra cui il mio lavoro, per le meraviglie che compi nella mia vita e per tutte le persone che quotidianamente poni sul mio cammino. DE COLORES,ULTREYA!
Gaetano

Da quando ho fatto l’esperienza spirituale del Cursillos, il Signore ha rivoluzionato la mia vita e mi si è aperto un mondo dove anche io cerco ogni giorno di essere misericordioso con gli altri sull’esempio del Buon Samaritano.
Circa 20 giorni fa è capitato che un mio parente cardiopatico ha avuto complicanze, per cui si è dovuto ricoverare d’urgenza all’ospedale di Bologna dove gli fu trapiantato il cuore.
Lo ha accompagnato la moglie, che doveva ritornare quasi subito per badare al figlio, lasciato solo, che con problemi psichici, necessita di assistenza continua.
Mi sono offerto di aiutare il figlio in modo che la moglie potesse rimanere più tempo a Bologna.
Grazie al cammino di fede che sto facendo assieme a mia moglie in questo periodo pasquale entrambi siamo usciti dalle nostre abitudini, dai nostri schemi e dalle nostre formalità.
Confidando nell’aiuto del Signore, non ci siamo sentiti soli nell’essere cirenei momentanei, anzi abbiamo accolto con gratuità e con fiducia questo ragazzo nella nostra casa, abbiamo condiviso parte del nostro tempo e dei nostri spazi, si è seduto a tavola con noi, gli abbiamo lavato i suoi indumenti e abbiamo scambiato qualche parola, facendolo sentire parte della nostra famiglia.
I nostri due bambini, vedendoci disponibili con il nostro ospite si sono mostrati sereni e l’hanno  coinvolto nei loro giochi oppure hanno ascoltato canzoni in televisione, regalandogli così qualche sorriso.
La mia preoccupazione  iniziale si è trasformata in un senso di fiducia e di libertà dai condizionamenti culturali che creano atteggiamenti di rifiuto e di scarto verso chi vive nel bisogno e nelle periferie esistenziali.
Ho capito che la nostra capacità e il nostro coraggio di “farsi prossimi con gli altri”  dipende dalla nostra relazione con il Signore.
De colores  Ultreya
Giuseppe

Da quando ho fatto l’esperienza del Cursillos, la mia vita è cambiata, il mio modo di fare è cambiato, il mio modo di essere è cambiato, cerco di essere più disponibile e meno superficiale e sono alla continua ricerca delle cose che mi avvicinano al Signore Gesù, anche se a volte non riesco e per questo sono preso da un senso di scoraggiamento. Poi mi fermo a meditare su quello che ogni giorno succede intorno a me, allora capisco che la vita ha un senso, ringrazio il Signore, e avverto la sua presenza nella serenità che mi avvolge quando mi metto in contatto con lui attraverso la preghiera. Qualche settimana fa è successo che mia figlia ha avuto un grave incidente stradale, da come si è ridotta la macchina su cui viaggiava e da come ne è uscita, completamente illesa, è avvenuto un miracolo, Il Signore mi ha fatto il dono di ridarmi mia figlia per la seconda volta. Questo episodio ha scosso profondamente la mia famiglia, mia moglie e mio figlio, pensando a come sarebbe stato se fosse andata male, e mia figlia rimasta traumatizzata più psicologicamente che fisicamente. Abbiamo subito cercato di tranquillizzarla e di rasserenarla, standogli più vicino del solito, e un po’ alla volta sta superando tutto, anche se questo episodio sicuramente l’ha fatta ancora di più maturare e gli rimarrà impresso per tutta la sua vita. Per questo e per molti altri avvenimenti quotidiani, sento che la vita è un dono, e che ogni istante della vita è una grazia che il signore ci concede, per questo cerco di essere sempre disponibile verso i miei cari e verso il prossimo, a volte anche con un semplice sorriso o con parole d’incoraggiamento o con la disponibilità all’ascolto. I momenti di tentazione si presentano in continuazione mettendomi alla prova e ponendomi davanti alla solita scelta, con il Signore o senza il Signore, e ad essere sincero a volte cado, e cadendo mi accorgo di rimanere solo, e nella solitudine arrivano anche i momenti difficili , ma poi mi faccio forza è mi rialzo, e di nuovo inizio il cammino. Ho maturato la convinzione che senza l’aiuto del Signore, la vita diventa difficile e a tratto quasi impossibile, sento che mi mancano le armi per combattere e quindi manca la serenità, la forza e il coraggio, per affrontare le tante situazioni da degno cristiano. Con questa consapevolezza, ringrazio il Signore Gesù tutti i giorni, per il dono della vita e per gli affetti familiari, per i tanti amici fraterni e prego affinché rafforzi sempre di più la mia fede in Lui.
Ultreya De Colores.
Giovanni

Grazie a Dio provengo da una famiglia cattolica. Mia mamma, fin da piccolo, mi ha insegnato le preghiere essenziali: l’invocazione dello Spirito Santo, il Buon Pastore, il Cantico di Zaccaria. Da ragazzo le recitavamo quando mi accompagnava a scuola, a volte anche forzatamente, ma era un modo per iniziare la giornata assieme.
Andato via di casa a 18 anni, lentamente ho perso i contatti con la preghiera ed anche con la Santa Messa Domenicale, salvo nei casi di bisogno estremo: la malattia di una persona cara, un esame importante, un impegno gravoso di lavoro.
A 20 anni ero già in balia del mondo, passare da un piccolo paese ad una metropoli, da un lato mi ha fatto conoscere tante persone, dall’altro anche tanti vizi e brutte abitudini. A vent’anni ero solo, ma grazie a Dio fù proprio quella solitudine a farmi incontrare per la prima volta, in modo forte e tangibile, la presenza di Dio nella mia vita: mi presentai un giorno in Chiesa, da ultimo degli ultimi, mortificato dalla mia condotta dissoluta, e dopo quella profonda confessione del cuore, sentii che Gesù dall’altra parte mi aveva già perdonato, come se mi dicesse “Non mi interessa, l’importante è che tu sei qui, e che io sono con te”. Una gioia infinita che mi ha infiammato nelle settimane successive, ma che, come seme senz’acqua, con il passare dei mesi è diventata solo una consapevolezza che non ho coltivato, un messaggio d’amore che avevo nascosto tra i cassetti del mio Ego che continuava a crescere, e più cresceva l’Io, più nascondevo Dio.
Solo davanti alla scomparsa di mio padre, quest’estate, ho riaperto il cuore: ho visto papà portare la croce della malattia, con il sorriso di chi ama veramente, nonostante tutto. Il suo esempio è diventato seme, che nello spezzarsi ha dato il suo frutto: ho iniziato la mia ricerca dell’essenziale. Una ricerca piena di contraddizioni, i vizi nella solitudine si sono moltiplicati, e nello stesso tempo sentivo la necessità di un amore più grande.
Quando mi è stato proposto di fare il Cursillo, non so perchè, ho detto subito si, in modo inconsapevole e disinformato. Durante il terzo giorno a Maddaloni, ho aperto uno spiraglio a Gesù, ho detto “ci provo”, “mi affido a te”. Davanti al Tabernacolo ho fatto esperienza dell’amore puro, infinito nella sua misericordia. E’ stato come tornare da un padre che ti aspettava da anni, e più mi affrettavo a presentergli i miei errori, più ricevevo amore: mi ha stretto forte e continuava a ripetermi “Non mi interessa, adesso sono con te e tu sei con me”. Questa gioia immensa, questo amore viscerale, ha trasformato e riplasmato la mia vita: quelle preghiere essenziali insegnate da mia mamma, sono diventate le mie preghiere del mattino, assieme a tante altre che ho conosciuto al Cursillo. Ma il vero cambiamento c’è stato nella costanza che mi ha insegnato Gesù attraverso il Cursillo: lo studio della parola, l’azione verso gli altri, la carità ed il perdono che Lui ha donato a me. Oggi sento di vivere una vita piena, sento di essere parte di una famiglia nuova, sono tornato alle cose essenziali.
Questo è stato il primo Natale senza papà, il primo Natale senza una fidanzata e senza i vecchi amici, questo è stato il Natale più bello che abbia mai avuto, perchè Gesù è nato per davvero, ed io sono rinato con Lui.
De Colores e Ultreya.
Emanuele

DELLA MIA ESPERIENZA DEL CURSILLO UNA DELLE COSE PIÙ BELLE CHE RICORDO È  STATO LO SPIRITO DI AMICIZIA E FRATELLANZA CHE SI È CREATO SUBITO FRA DI NOI; DALLO STARE BENE CON I FRATELLI COMPRESI   CHE IL SIGNORE MI AMA VERAMENTE. GRAZIE AL CURSILLO HO RISCOPERTO DENTRO DI ME ALCUNI VALORI IMPORTANTI TRA CUI IL FORTE DESIDERIO DI AIUTARE I PIÙ DEBOLI, GLI EMARGINATI, I POVERI, GLI AMMALATI, PER CUI DA UN PO’ DI ANNI SVOLGO  ATTIVITÀ  DI VOLONTARIO PRESSO LA PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA, IL COTTOLENGO DI TRENTOLA-DUCENTA.
CENTRO PER I POVERI, I MALATI E ABBANDONATI.
COL TEMPO SONO ENTRATO A FAR PARTE DI QUESTA GRANDE FAMIGLIA E INSIEME AD ALTRI FRATELLI CURSILLISTI CERCO DI NON MANCARE MAI ALL’ APPUNTAMENTO CON I NOSTRI AMICI. ORMAI PER ME SONO COME FRATELLI.
ATTRAVERSO DI LORO IL MIO RAPPORTO CON IL SIGNORE È DIVENTATO PIÙ AUTENTICO.
UN GIORNO, INASPETTATAMENTE, MI CHIAMA UNO DEI VOLONTARI E MI INFORMA CHE UNO DEI FRATELLI MALATI ERA TORNATO ALLA CASA DEL PADRE.
E’ STATO UN MOMENTO DI GRANDE DOLORE, MI SENTIVO IMPOTENTE DAVANTI A TUTTO QUELLO CHE STAVA ACCADENDO. MI FACEVA STAR MALE IL SOLO PENSIERO DI NON VEDERE MAI PIÙ IL SORRISO CHE MI DONAVA OGNI VOLTA CHE MI VEDEVA ARRIVARE.
ERA UN VECCHIETTO CHE VIVEVA NEL COTTOLENGO DA PIÙ DI 60 ANNI, MI RACCONTAVA LA SUORA, LA MIA MAMMA SPIRITUALE, CHE ALL’ INIZIO, QUANDO ERA PIÙ GIOVANE, SI DEDICAVA ALLA CURA DEI GIARDINI DELLA STRUTTURA, POI COL PASSAR DEL TEMPO, ANCHE A CAUSA DELLO SUO STATO DI SALUTE CAGIONEVOLE, RIUSCENDO A MALAPENA A STARE IN PIEDI, AVEVA DOVUTO LASCIARE TUTTO. MI SONO LEGATO A LUI DURANTE UNA DELLE NOSTRE VISITE, ERA IL GIORNO DI SAN VALENTINO, FESTA DEGLI INNAMORATI, UNA DELLE SUORE DELL’ ISTITUTO MI CHIESE DI PORTARLO ALL’ OSPEDALE PERCHE’ A CAUSA DI UNA CADUTA SI ERA FERITO ALLA TESTA.  LO PRESI IN BRACCIO E L’ ACCOMPAGNAI AL PRONTO SOCCORSO. PIANGEVA PERCHE’  PENSAVA DI NON FAR PIU’ RITORNO AL COTTOLENGO. LO RASSICURAI DICENDOGLI CHE  NON L’AVREI LASCIATO PER NESSUN MOTIVO.  TRASCORSI TUTTA LA GIORNATA CON LUI, AVEVO IN QUEL MOMENTO LA CERTEZZA CHE IL SIGNORE IN QUELLA CIRCOSTANZA, FESTA DEGLI INNAMORATI, ABBIA VOLUTO DIMOSTRARE TUTTO IL SUO AMORE VERSO DI ME ATTRAVERSO LUI. SO CHE LUI ORA LI’ DAL CIELO MI SOSTIENE E IO RINGRAZIO IL SIGNORE CHE OGNI GIORNO ATTRAVERSO I FRATELLI SI RENDE VISIBILE AI MIEI OCCHI E TOCCA IL MIO CUORE.
DE COLORES, ULTREYA
Umberto